Una, mille, centomila denunciano casi di ricatto sessuale nel mondo del lavoro da 30 anni. I Centri antiviolenza Di.Re. sono a fianco alle donne.
Per vincere la cultura della violenza serve solidarietà. Di seguito condividiamo il Comunicato Stampa di D.i.Re che rilancia il ruolo decisivo dei Centri Antiviolenza.
Così Lella Palladino, Presidente dell'Associazione Nazionale Di.Re. Donne in Rete contro la violenza, a sostegno della libertà delle donne dalla violenza, rilancia l’importanza e il ruolo dei Centri antiviolenza della rete.
“Dalla violenza si esce con la forza delle donne”, continua Palladino in un appello che lancia a tutte le donne.
Le denunce lanciate in questi giorni da tante donne, dal mondo dello spettacolo a quello dello sport, dalla politica, dalle mura domestiche non fanno che confermare che c’è ancora molto da lavorare perché le donne possano sentirsi libere dalla violenza, in ogni ambito, così come confermano le 80 Organizzazioni della Rete D.i.Re che da oltre trenta anni, sostengono le donne nei progetti di uscita dalla violenza.
“Non vi è un tempo giusto per portare a galla le violenze subite, il silenzio non è connivenza, né calcolo, è determinante per la donna il suo sentirsi pronta ad affrontare un percorso di uscita che non necessariamente porta alla denuncia, ma la libera dal senso di frustrazione per ciò che ha subito, la rende più consapevole, non la fa sentire sola.” Così conclude Palladino, nell’offrire sostegno e forza a tutte le donne che hanno la forza di parlare della violenza subìta nei tempi, nei modi e nelle circostanze che ritengono possibili.
Le denunce lanciate in questi giorni da tante donne, dal mondo dello spettacolo a quello dello sport, dalla politica, dalle mura domestiche non fanno che confermare che c’è ancora molto da lavorare perché le donne possano sentirsi libere dalla violenza, in ogni ambito, così come confermano le 80 Organizzazioni della Rete D.i.Re che da oltre trenta anni, sostengono le donne nei progetti di uscita dalla violenza.
“Non vi è un tempo giusto per portare a galla le violenze subite, il silenzio non è connivenza, né calcolo, è determinante per la donna il suo sentirsi pronta ad affrontare un percorso di uscita che non necessariamente porta alla denuncia, ma la libera dal senso di frustrazione per ciò che ha subito, la rende più consapevole, non la fa sentire sola.” Così conclude Palladino, nell’offrire sostegno e forza a tutte le donne che hanno la forza di parlare della violenza subìta nei tempi, nei modi e nelle circostanze che ritengono possibili.
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